mercoledì 6 febbraio 2008

CHE GAGHIRA LA SAGHIRA DEL MENNOLO FIORUTO!
Manuale fai-da-te per organizzare tutto a gargia di minchia in una simana

di Filippo Genuardi

Una simanata fa si ha saputo dai manifesti appizzati strate strate che macari quest'anno, a sorpresa, si sborge a Montelusa la Saghira del mennololo fioruto con l'annesso Festival internazionale del folclore. Un fistino in grande stile, per la gioia di montelusani e soprattutto di camperisti provenienti da ogni parte dell'isola. Turismo a go go insomma. L'evento ha infattamente stato pubblicizzato su tutte le emittenti televisive della nazione montelusana e ha arrichiamato nella città dei templi centinaia, anzi migliaia di turisti montelusani (fonti attendibili indicano in ben 50 mila la presenza in città di turisti montelusani). Si tratta di una nuova forma di turismo abilmente messa a punto nel corso degli anni. Come funziona? E' semprice. Vi chiederete: ma se macari io nel mio paese volessi organizzare la mia Saghira? E allora vi sveliamo alcuni segreti. Vi spieghiamo come funziona a Montelusa e poi ognuno di voi se la organizza applicando le geniali intuizioni alla propria realtà, ma mi arraccomanno: seguite i consigli di questo piccolo manuale. Scaccia qui per continuare a leggere
Coi vostri amici promuovete una festa paisana al rango di evento mondiale, macari con la vecchia scusa di celebrare il precoce arrivo della primavera in questa terra sbindurata, coi mandorli fioruti, ecc. Successivamente si arraffazzonano una poco di centinaia di mila euri dalla Reggione per pagare pintaiote e alberghi a una cinquecentina di cristiani fatti venire appositamente da diverse parti del mondo (meglio se in prevalenza dall'est europeo, costano meno e si accontentano facilmente) che in cambio dell'ospitalità per una simanata sana abballano e cantano gratuitamente nei meravigliosi teatri di questa grande capitale della cultura mondiale. Gli spettacoli, senza alcuna necessità di inutili campagne pubblicitarie esose, arrichiemeranno così l'attenzione degli abitanti del luogo e di camperisti provenienti dalle altre lontane province siciliane. Tutti, paisani compresi, per una simanata bona si comporteranno da veri turisti: accatteranno càlia e simenza dalle miriadi di bancarelle disseminate al Viale e al Campo sportivo, jetteranno cartazze e munnizza regolarmente per terra, pisceranno dove gli farà più commodo (alberi, muri, angoli, cortili, ecc.), mangeranno zuccaro filato e panini con le panelle. Tutto questo allietato da spilate dei gruppi folclorici strate strate in quantità sufficiente per rendere impossibile il traffico veicolare in città. E questo da domenica a domenica. Nel frattempo, se è il caso, durante la simanata si organizzano spettacoli in prestigiose strutture congressuali, solitamente non utilizzate. In questo caso meglio se al 70 per cento gli spettacoli non c'entrano una beata minchia con il folclore e la primavera. In ogni caso, il risultato è sorprendente: agli spettacoli ci vanno solamente quattro gatti. Un successone. E' possibbile inoltremente e qualunquemente organizzare anche il dopo-saghira, a tipo dopo-festival, presentare l'iniziativa in una conferenza stampa al Municipio, e il jorno doppo annullare la manifestazione pirchè il luogo dove si deve sborgere la cosa non ha manco l'aggibbilità. Per sistimare la cosa basterà poi che il propietario del palatenda inaggibbile che avrebbe dovuto ospitare il dopo-saghira convochi una conferenza stampa e si imbavagli davanti ai giornalisti. Altamente spettacolare. E a questo proposito non dimenticate ogni sera di rendere sempre più gaghira la Saghira. A Montelusa gli organizzatori si jettano reciprocamente e pubblicamente sputazzate e palate di merda, allo scopo di alimentare il gossip.
Al termine, nella domenica conclusiva, tutto il burdillino si monta in prossimità della mitica Valle dei templi (se non l'avete arrangiatevi trovanno una lochescion adatta), che sarà accussì resa più fascinosa dalle catate di merda e munnizza lassate da centomila pirsone (aricordatevi di muntuare sempre la frase "centomila pirsone" anche se macari alle abballate dei gruppi sono presenti poche centinaia di cristiani: farete comunque un figurone su tv e giornali). E' possibbile prevedere macari l'annacamento di personalità di prestiggio e autorità per la consegna dei premi. Ma, alla fine, nel dare appuntamento alla prossima edizione non scordatevi di dichiarare solennemente che dal jorno doppo si pensa alla organizzazione della Saghira successiva. Naturalmente è minchiata, ma fa scumazza e scarmazzo. Avrete così anche voi la vostra Saghira. Non sarà gaghira come quella montelusana (è necessaria esperienza e grande professionalità per allestire le sciarre tra gli organizzatori e non sempre potrete arraggiarvi sufficientemente coi vostri amici), ma bisogna accontentarsi del grande risultato ottenuto. Se nel vostro paese siete in tremila abitanti sarà un successone traspormare per una simanata i vostri compaesani in turisti del propio paiseddro. Macari non contribuirete a mettere in moto l'economia del paiseddro, ma la voccata d'ossiggeno agli albergatori non è cosa da picca. Aguriuna!