lunedì 8 settembre 2008

"Spezzeremo le reni all'Arbania..."

Dal nostro corrispondente panormita
Caio Mario

"Spezzeremo le reni all'Arbania," promise nel ’40 Bettino Mussomeli ad una folla osannante.Ma, in effetti, oltre ad astutare una poco di vite italiche ed elleniche a matula, la storia ci insegna che, metaforicamente, la minchia ci andammo a stoccare a quei mischinazzi (un pò come faciva ai suoi clienti in Via Gaddro a Montelusa la bonarma della prostituta Mariuccia).E questo pensiero mi firria nello strombolone da quando, una settimana fa’, sul Giornale della Sicania, ho letto del centesimo proclama bellico del comandante dei Vigili Urbani di Panormo.“Tolleranza zero” verso i posteggiatori abusivi! Una vera e propria guerra allo sgradito balzello che non talia in faccia neanche le zone bru alle quattro d'ammatino. (Scaccia il titolo per continuare a leggere)

Mio figlio Turiddro sostiene ca si tratta di una guerra di trincea dove gli abusivi stanno qui, in mezzo ai cabasisi, ed i vigili lì, cioè in caserma. Il sarsamentaro che ha la putia darrè casa mia, altrettanto argutamente, sostiene ca il bello di 'na guerra è ca, all'urtimata, dopo la rumpitina di corna tra le due belligeranti fazioni, una vince e l’avutra perde e che invece, in questo caso, come del resto le altre volte, la cosa finisce sempre a pasta con le sarde, con i posteggiatori ca fanno il turnover cancianno zona e i vigili che si rimettono a cercare Ziu Binnu (e non lo possono, ovviamente, attrovare piché ora è sarbato giusto).

Sapiddu per quale amminchiamento, questa fissaria mi fa appricari con le altre cuntate cento volte sugli abusivi del Foro Italico i quali, ultimamente, visto che gli sbirri non arrinescino a vidirili manco se ci finiscino di 'ncapo con le auto di servizio, stanno facendo una petizione per scippare i paletti policromi, raffiguranti sa quale nobile ritratto che firria, sui quali truppichiano in continuazione mentre vendono mutande, copri sedili ed icone della Santuzza.

Certo Mussomeli non lo poteva prevedere, ma chissà quale frase ad effetto avrebbe vattiato per commentare l’uso panormita del casco atto alla protezione del gomito bellamente tollerato dalle ardite legioni dei “bobbies” panormiti. E che direbbe del gran colpo di culo di mio cognato ca si attruvò sul vitro della machina una bella multa perche’ sprovvisto del pass P3, impiccicata para para sul suo bel cartellino bru?

Cetto, dai tempi del finistrone di Piazza Vicenza, ne e’ passata di acqua sotto i ponti (Montelusa e Castrogiovanni esclusi): Mussomeli attummulio’ e lo appizzarono a testa sutta, l’Italia fece il “boom” che ancora si sente lo scruscio, le citta’ sicane sono state arrimunnate di una poco di orribili ville liberti’ sostituite da pilastri antropomorfi, u Paliermo è tornato in serie A come da schiatta nobiliare, gli Arbanesi ci hanno invaso a forza di gommoni e persino il fatto dell’autostrada dalla Capitale a Messina e’ stato risorto a furia di cannola e vasatuna, ma per quanto riguarda “spezzare le reni a chicchessia” semu sempre a punto e a capo (cioè a stoccare minchie a tinchitè).