Commentanno il cangiamento di vento a Montelusa, mi ha scrivuto un amicu mio montelusano che, non potendo spruttare potenzialità sportive e ciriveddro in questa minchia di realtà, nico nico se n'è dovuto migrare a Nord. Sostiene egli che per amministrari in questa città non serbono ideologie di destra e di manca, ma solo tanticchia di onestà, pulizia e spiritu da fimmina (iddru, ca è stuito, dici ca i 'Nghilisi lo chiamano problem solving).
Ora: fino agli eventi elettorali curminati con la rivoluzione di lunidia passato, nisciuno di questo giornali, ma non solo, avrebbe mai pinzato la possibilità di vìdiri al governo della città cristiani specchiati, lindi e chini di virtù fimminine come quelle citate dall'amicu mio allittrato. Il pinzero non scaturiva da una sorta di pessimismo cosmico, ma fino a ieri a Palazzo dei Giganti nelle poltrone che contano non si erano sempre assittati, come dire... dei veri e propi galantomini. Diciamo eufemisticamente che quando non si è trattato di veri e propri malacarne o perfetti incapaci s'è trattato comunque di fauzi politicanti attaccati solo, oltre che al tornaconto personale, alla possibilità di fare favura, raccumannazioni e quanto di più becero può produrre una società sottosviluppata in cui impera una sottocultura intrisa di mafiosità e vizi purtroppamente molto locali. Ebbene, quella camarilla, per la prima vota dopo secoli, è stata spazzata via. Eviterei di trasiri... Scaccia qui per continuare a leggere
Filippo Genuardi
filippogenuardi@gmail.com


