lunedì 14 maggio 2007

IL GATTO MONTELUSANO, ARMALO DI RAZZA

Nella tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio municipali di Montelusa un capitolo a parte merita l'elezione a furor di popolo di Peppe “u Gattu” Arbone.
Non c'è minchia ca teni: 755 preferenze hanno portato il felino montelusano, paladino della legalità, gritto gritto alla seggia più auta di Aula dei Giganti. Ingresso trionfale. Setticentucinquantantacincu voti trionfale. Praticamente portato a spalla come un vero Sancalò.


I surciteddri che intendevano abballare in solitudine a Palazzo dei Giganti per i prossimi cinco anni sono subito finuti nelle cciappole. U Gattu c'è pure stavota. Chi, surci, volesse accennare a qualiche passo di danza deve farsene una ragione e arriminarsi con grande cautela: U Gattu vi talia, come sempre, più di sempre, molto da vicino.


Non sono sirbuti fanghi grandangolari e grandangolari inviti all'ostracismo elettorale, vandaliche corna e posticci artistici insulti sui manifesti. Non sono stati abbastevoli lamalfiano-picariddriane minchiate sparate urbis et orbis da piazza Cavour. U Gattu è IL consigliere comunale.


Gli sbuccazziamenti plurimi e i de profundis elettorali si sono infrangiuti miseramente contro un solidissimo ed invalicabili muro (pi nenti abusivo) di ben 755 mattoncini. E quei mattoncini confermano quanto sia vero il detto “Non diri Gatto se non ci l'hai nel sacco”.