martedì 20 novembre 2007

TOTONEDDRO, CAPPIDDRAZZO E LA SICILIA FELIX
Ovvero como spenniri a gargia di minchia il danaro pubbrico

Il settimanali "l'Eghispresso" la simana passata ha scummigliato un costoso altareddro siciliano. Noi, in questo preggevoli sivizzo di Bibì Metallurgico, vi contiamo i retroscena dell'inchiesta de "l'Eghispresso" che ha sbilato uno dei purtusa milionari che si ammucciano darrè alla grandeur siciliana. Scaccia ccà per leggere il nostro articolo
Arriportiamo integralmente una conversazione privata tra due emigrati (in Francia o a lu Sbergique non si è potuto accapiri) montelusani carputa inbolontariamente dal vostro cronista che, avenno pirduto il pirecchio rioplano quatrimotore per Milano, avìa acchiappato il treno dinominato la “Fileccia del sud” (non si sapi pirchì “fileccia”).
Primo emigrato: Compà, capivu bonu che pir tastari la capunata bona pir davero e i vini russi e bianchi dell’Etna (di chiddri di prima), i pistacchi di Bronte, chiddri di Rafadali, il meli di Favara, l'oglio di collina, u piacentinu di Castroggiovanni, il picorino raffinato, la vasteddra del Belice eccetera eccetera si ddeve annare a Brusselli o pir lo meno a Parì?
Secunno emigrato: Oui, eh! Compà, veru è! Ho sintuto diri che in parecchie capitali del monno c’è la catina di “Case Sicilia” ideata da Totoneddro Buffaro e dai suoi degni compari. Si tratta di posti dove abbasta che sei parlato giusto o puro ti spacci pir propietario di una para di ristoranti puoi entrare in posesso aggratis di derrate alimentari di prima scelta, pupi, carretti siciliani in scala e bummuli. Insumma tutti i megliu prodotti artigianali ed enogastronomici della nostra terra compresi li DOC, DOP, IGT, DDT PPT (compà, parlanno cu tia mi viene in testa una bella canzone di Rino Gaetano).
Primo: Oui, eh! Compà, e cu paga?
Secunno: Cu paga, cu paga... sempri ai grana pensi, ah? Oh, l'argiant! E non ci pensi alla grandeur della Sicilia Felix? Nenti, compà, un paga nuddru... Si attrova un bello raggiuneri e gli si fa compilare anno pir anno un bellu bilancio in perdita. E parlamo di purtusi milionari ah... Bocù de franc! Ma per l’immagine della Sicilia Felix questo ed avutro, tu capisci compà...
Primo: Compà e poi? Dopo che uno ha assestato una poco di purtusa milionari chi li linchie questi purtusa?
Secunno: E ci abbatti cu u pupu! Mon amì, minchia ma veru picinuso sei! Ascolte muà, ti spiego: si fa una bella liggi reggionali ad hocchi che attuppa i purtusa opuro si inpila qualichi articolo adatto nella liggi di bilancio a Capudanno, ca l’onorevoli hanno prescia di annarisi a manciare il panettone e i carduna fritti e non ci abbadano tanto assai a chiddro che approvano.
Primo: Ahhh... Insumma, pri abbriviare il discurso, Cappiddrazzo e tutti navutri l’avemo ‘culu con tutte le palli, compà! Comprì?
Secunno: Asatto, asattamenti accussì! E ci doviamo diri pinzina mersì!
Il vostro cronista, incuriosuto dalla discursione tra i due compari, ha voluto vederici chiaro e si ha mittuto a indagari sulla vicenna. E così, procurannosi una poco di immiti ad inaugurazioni e manifestazioni varie in giro per il monno, grazi alla canuscenza con un funzionario del gabbinetto di Totoneddro V&V (Viaggia e Vasa), il vostro staffelliano cronista si è annato a scassare in vari eventi officiali di Case Sicilia cc'abbanna e ddr'abbanna. E la cosa più degna di nota che è vinuta fora è che il Governatori, oltre che essiri picciotto sperto e ‘ntelliggenti como tutti sappiamo di già, è anche veramenti gentili e rispittoso dell’ospitalità. Anche se in una jornata gli capita di presenziare a cinco manifestazioni di matina e cinco doppo pranzo, lui non si fa prigare: arriva a consumare cinco pranzi completi di dessert assortiti e cinco cene abbunnatizze. Il tutto accompagnato dai migliori vini ca la nostra amata terra produce. Non è conto che uno si può tirare nnarrè davanti all’ospitalità, giusto?
Vicenne governatorizie a parte, le case Sicilia sonno sostanzialmenti dei falò stile ferragostano che durano, in magnificente splendore, da Natali a Santo Stefano, lassando pruvulazzo, amarizza e purtusi finanziari incolmabbili e insensati. Tutto ciò mentri la Sanità Sicula, tanto pir fare un esempio di bongoverno, langue in un’assurda situazioni in cui, pir sparagnari, si impone ai medici di reparto di non fari ricoveri anche quanno sarebbi assolutamenti necessario e di astutare puro le luci in corsia... Ma c’è qualichiduno a cui non gliene fotte niente: anche se questo qualichiduno si mangia a "Don Cola con tutte le furme", il suo fìcato e tutti i suoi parametri vitali vengono regolarmenti controllati ed aggiustati aggratis per quel qualichiduno (e sempire a carico di Cappiddrazzo) nelle cliniche private di propietà degli “amici,” o dei parenti o dei congiunti stritti che non sonno parenti. Sempri con l’aiuto della Madonnuzza, si capisci.
Bibì Metallurgico